Cari Lettori del BiblioBlog,

potrete leggere qui alcuni dei pensieri che importanti personalità (rappresentanti delle Istituzioni, ma non solo) e il mondo dell'editoria hanno dedicato a Gianni Rodari oggi, nel giorno in cui si celebra il centenario della sua nascita. 

Volta per volta, verranno inseriti nuovi contributi. 

Buona lettura!


David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo

"Ha parlato ai bambini di tutto il mondo con la grammatica della fantasia.
Si è chiesto, con geniale candore, che senso avesse piangere per imparare, mentre si può imparare sorridendo.
Forse ancora non abbiamo in pieno compreso quanto, educativamente, pedagogicamente, dobbiamo a Gianni Rodari, giornalista, poeta, partigiano, che nasceva esattamente un secolo fa. Quanto dobbiamo alle sue filastrocche, alle sue poesie, alla sua genialità
PROMEMORIA
(G. RODARI)
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare
preparare la tavola,
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra."

Teresa Bellanova, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali
"S’io fossi un fornaio
Vorrei cuocere un pane
Così grande da sfamare
Tutta, tutta la gente
Che non ha da mangiare
Un pane più grande del sole
Dorato profumato
Come le viole
Un pane così
Verrebbero a mangiarlo
Dall’India e dal Chilì
I poveri, i bambini
i vecchietti e gli uccellini
Sarà una data da studiare a memoria:
un giorno senza fame!
Il più bel giorno di tutta la storia.
Oggi sono 100 anni dalla nascita di Gianni Rodari, vero e proprio compagno di strada per generazioni di maestre e maestri, ragazze e ragazzi.
Lo voglio ricordare con una delle sue poesie, Il pane, che parla con semplicità e dolcezza di un tema importantissimo: il diritto al cibo per tutti!"

Einaudi editore
"Del suo genio e del suo estro in casa editrice serbiamo un ottimo ricordo: era, per esempio, solito indirizzare a Giulio Einaudi delle missive particolarmente "rodariane". L'editore, nelle sue lettere diventava il «muy querido y distinguido hidalgo editorial señor don Julio Einaudi de Turin y Pinerol, marques de via Blancamano, mas duque que Del Duca, etc. etc.», ma anche, più semplicemente, "sire", "eccellenza", "monsignore", "sua eminenza" e ogni lettera è piena di questi lazzi e invenzioni degne di un qualsiasi altro testo della sua opera, proprio come testimonia questo stralcio.
Grazie a lui, anche i nostri libri hanno ricevuto i calzoni lunghi, e di mille colori diversi."

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